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giovedì 10 settembre 2015

Dilagante criminalità tra '500 e '600

Ruderi di pavimentazione della Iulia Augusta, riposizionati sul cavalcavia di Nervia in Ventimiglia (IM)
E' giusto e bellissimo visitare e proporre lo splendore della Iulia Augusta e delle vie romane, ma poi crollarono, con una civiltà la cui scomparsa molto tolse alla storia dell'uomo.
E le vie divennero isolate, solitarie, pericolose, trascurate.

Ancora tra '500 e '600 furono infestate da una piaga non comune: quella di una dilagante criminalità.
E, nel contesto di questo mondo sospeso tra il fervore delle città e lunghe aree deserte ed abbandonate, comparvero personaggi e figuri pericolosissimi contro cui furono operativi soprattutto - poiché gli organi degli Stati non avevano sufficiente forza per perseguire la dilagante criminalità - i "Cacciatori di Taglie"; che in fondo eran spesso "bravi" di manzoniana memoria ed a Roma dottori, a Napoli ladroni, a Genova scavezzi, a Milano tagliacantoni, a Venezia forestieri, a Firenze scardassieri....figuri insomma sempre ai limiti del lecito, ora al servizio della legge, ora no, mercenari, cacciatori di uomini ....
Nella Liguria dei secoli XVI - XVII, presa qui a campione di uno stato di cose che coinvolgeva tutta l'Italia, da parte dei potenti si prese tuttavia ad abusare di questa eccezionale concessione, magari proteggendosi, ben muniti, entro veri e propri FORTILIZI, guardati da uomini fidati.
Un esempio di fortilizio sopra mentovato (documento in Archivio di Stato di Genova)
Nelle controversie per le più disparate ragioni (controllo delle "terre comuni", "riparto delle imposte", "controllo degli uffici" ed altro ancora) per tutto il '500, e ben oltre, continuò a funzionare il sistema delle parentelle, che si esprimeva nel meccanismo delle fazioni le quali finivano per diventare espressione di potere per alcuni e falsa ragione di speranze per i più.

Appunto le fazioni stavano in un rapporto quasi osmotico col banditismo, di cui si valevano per scontri di potere, specie nelle campagne, ormai superati dalla realtà storica: anche per questo gli Statuti Criminali di Genova (i quali per altro verso usavano a propri fini anche una certa violenza locale) comminavano (e continueranno a comminare nelle successive Riforme periodiche) pesanti sanzioni avverso il banditismo.
Ma ciò dovette servire sempre poco se Andrea Spinola ancora nel Seicento scrisse: "Non è cosa che nel nostro Paese mantenga più la peste de' banditi di quel che fanno le fattioni. Imperoché i partigiani (delle diverse fazioni) danno lor denari, portan loro provvigione da vivere, li avisano delle diligenze che la giustizia fa contro di loro e li tengono nascosti nelle case, nelle cassine et in altre nascondaglie". In termini solo più letterari, ma a distanza di anni, ciò che vanamente avevano tentato di combattere gli Statuti Criminali del 1556.

Ma, ancora, lo Spinola: "Ho conosciuto alcuni i quali professando di dar moto in questa bassezza e miseria di fattione, io non dirò amici fra loro, perché l'amicizia non è se non fra buoni, ma molto domestici, ridendosi della semplicità e balordaggine de lor partiggiani, attendevano d'aiutarsi l'un l'altro in tener ingannati quei meschini, et a spolparli di capretti, di ricotta e di formaggio, giocandone alla palla sotto manto di favorirli" ed aggiunse "...non è cosa che nel nostro Paese mantenga più la peste de' banditi di quel che fanno le fattioni. Imperoché i partigiani danno lor denari, portan lor provvigioni da vivere, li avisano delle diligenze che la giustizia fa contro di loro e li tengono nascosti nelle case, nelle cassine et in altre nascondaglie".
E d'altronde è singolare come a distanza di 50 anni dalla "Riforma doriana del 1528" (che aveva risolto storiche contrapposizioni faziose ) e neppure a venti anni dalle "Leggi Criminali del 1556" nelle campagne o comunque fuori città l' aggressività delle fazioni, in un clima di violenza che sarebbe giusto indagare più approfonditamente, interagisse col banditismo al punto che la val Polcevera e la villa di Sestri Ponente, ed anche tutta la valle del Bisagno sino a Chiavari, per ragioni diverse, ma sempre connesse a rivalità faziose coniugate col banditismo, fossero praticamente avulse dal contesto del Dominio ed occupate, tra il '56 ed il '57, da bande armate di centinaia di ribelli che scorrazzavano a fronte di una tangibile incapacità d'intervento statale. 

E peraltro le cose, nonostante i tentativi delle autorità, non migliorarono affatto con il tempo: ed ancora nella prima metà del XVIII secolo, specie nel Ponente ligustico, i contrabbandieri del sale finivano per fare il bello ed il cattivo tempo, costituendosi in bande armate così forti da sconfiggere oltre che l' organizzazione di polizia le stesse forze governative.

... e tra tutti, spesso ricoperti da lugubri maschere o avvolti nei mantelli, stavano i Manticularii, misteriosi criminali che aggredivano i viandanti isolati lasciandoli (quando ancora in vita) privi di tutto..

... una storia angosciosa che può tuttavia conservare un suo fascino, specie in occasioni di rievocazioni storiche o di narrazioni al limite 

... eh già perché la triste storia dell'Uomo Nero nasce da loro, da questi uomini senza volto in agguato nelle strade, oramai solo ombre delle arterie che furono ai tempi di Roma, ombre assetate del denaro altrui... e talora della vita stessa...

da Cultura-Barocca